Storia
Le prime notizie certe sull’attività di costruttori della famiglia Pallotta, si traggono dalle Sessioni Capitolari del Vescovato di Terni e parlano di un “sostanzioso restauro al campanile del Duomo eseguito con molta perizia dal Capomastro Pietro Pallotta per la somma occorrente di 59 scudi e 32 baiocchi, effettuato nel Giugno 1859”. Da allora l’attività prosegue senza interruzioni tramandandosi in linea diretta per sei generazioni ed annoverando, tra l’altro, negli anni ‘30, una delle primissime donne imprenditrici dell’intero Paese.
Nel corso di questo lungo tempo sono state realizzate alcune delle opere più significative tra le costruzioni civili ed industriali della città, di cui si darà oltre una, se pur largamente incompleta, visione.
Nel corso di questo lungo tempo sono state realizzate alcune delle opere più significative tra le costruzioni civili ed industriali della città, di cui si darà oltre una, se pur largamente incompleta, visione.
Rimangono comunque alcuni pregevoli esempi di costruzioni degli anni ‘10 e ‘20 come l’ex Istituto per Geometri, l’ex Clinica Bemporad, la Palazzina Manni (rimasta perfettamente integra, mentre una bomba radeva al suolo la gemella costruzione adiacente), la Casa del Combattente ed alcune palazzine nel quartiere Sant’Agnese.
L’impresa fu poi, negli anni 50, parte attivissima nella ricostruzione della città, realizzando decine di fabbricati, tra cui il villaggio “Pallotta”, l’edificio popolare per 60 alloggi in Via Vico, l’edificio di Via della Stazione n° 26, l’edificio di Corso Tacito n° 83.
Contemporaneamente veniva realizzato in Basilicata il borgo residenziale del Bacino di Metaponto con il quale si trasferiva un intero paese da zone impervie alla più fertile pianura, e, sempre nella stessa regione, il ponte sul fiume Bradano, dove vennero usate per la prima volta centine lignee mobili mosse da gru Blondin a falconi oscillanti.
Negli anni 60 e 70, periodo di tumultuosa espansione dell’edilizia, l’impresa costruiva in Terni, tra gli altri, edifici in Via Battisti, Via Pacinotti, Via Radice, P.zza Corona, P.zza del Mercato, Via Galvani, Via Mentana, Via Liutprando, Via Pratesi, la nuova sede della Cassa di Risparmio di Terni, il bell’edificio di Via dell’Annunziata, il reparto Malattie Infettive dell’Ospedale S. Maria di Terni, il complesso di Via XX Settembre, le case popolari del Q.re Italia, mentre fuori regione realizzava il quartiere di Campoloniano e la Villa Lombardini a Rieti ed il residence “Le Fioriere” a Porto S. Stefano.
Dopo la stasi dell’edilizia degli anni ‘80 e dei primi anni ‘90, periodo in cui si è concentrata nel settore industriale, l’impresa ha ricominciato ad operare nel settore civile, realizzando il Centro Operativo Servizi per il Comune di Narni, il complesso sportivo in loc. Mazzelvetta per il Comune di Terni, la nuova sede della Cassa e della Scuola Edile della Provincia di Terni, la ristrutturazione della “Villa Torricelli” per la ILVA S.p.A., la completa ristrutturazione della ex Clinica “BEMPORAD” di Terni, una nuova Autorimessa interrata in via Antonio Pacinotti, restauri conservativi in via Galvani n° 33, in via dell’Argine, in via di Campomaggiore, ecc., le opere civili per il nuovo centro vinicolo – ricettivo “LE COLLINE” di Sangemini, ed il costruendo complesso commerciale artigianale di Via Flaminia.
Già nel 1877, come riportano le cronache del tempo, l’Impresa Pallotta affiancava alle opere di edilizia abitativa quelle legate alle industrie presenti nel territorio; in quell’anno, infatti, si aggiudicava la costruzione del canale d’adduzione dell’acqua alla fabbrica d’armi, progettato dall’Ing. Sconocchia, per la somma di £ 6559. Contemporaneamente nasceva il rapporto con la Società Terni che iniziava la sua produzione di acciaio destinata a cambiare il volto e la storia dell’intera città. Nei primi decenni del ‘900 l’impresa costruì, tra l’altro, gran parte delle opere d’arte relative al canale che dal borgo di Piediluco adduceva l’acqua alla cascata delle Marmore e lo stabilimento della Società Prodotti Esponenti Autarchici (S.P.E.A.) di Narni Scalo. Con la ricostruzione del secondo dopoguerra ed il seguente “boom” economico, l’impresa ricominciò a realizzare opere notevoli come il canale di “Recentino” a Narni, le opere di presa e le opere d’arte delle condotte forzate della società Terni e il nuovo stabilimento NEOFIL presso la ex Polimer, gran parte delle opere civili nello stabilimento TERNINOSS, mentre nel frattempo partecipava alla costruzione del grande stabilimento ITALSIDER di Taranto eseguendo le fondazioni di uno dei laminatoi a freddo, tipologia di opere nelle quali sarebbe diventata sempre più specializzata. Negli anni 70 intervenne nel rilancio industriale della città di Rieti costruendo una decina di stabilimenti, tra cui Lombardini Motori, la Verbania, la DEARBON, la BEVILS, la REPLAS, la AIMA Derivati, la COATS, il Calzaturificio DOROTY, ecc. Con la ripresa industriale degli anni 90 l’impresa continuava a realizzare rilevanti opere come i nuovi stabilimenti ILSERV, TITANIA e NOVAMONT a Terni, la ristrutturazione dello Stabilimento COMERIO di Varese e di parte della SOMMER di Narni Scalo, le fondazioni speciali per lo Stabilimento HIMONT di Ferrara. Inoltre, la Pallotta eseguiva per conto dell’AST S.p.A. le importanti opere civili di tre laminatoi tipo “Sendzimir” di Terni e di due a Torino, delle rettifiche “Pomini”, del nuovo impianto “strip casting” e del revamping del laminatoio a freddo per INOX “LAC.2” tutte opere terminate in tempi veramente record. Altre importanti realizzazioni sono le fondazioni speciali per torni e rettifiche della Società delle Fucine e le opere civili di tutto il nuovo reparto “Estrusione “della MONTELL di Terni, gli interventi edili di ristrutturazione ed adeguamento sismico negli stabilimenti Cartiere Miliani Fabriano S.p.A. di Pioraco (MC) e di Fabriano (AN).